sabato 31 marzo 2007

Dürer o Carracci?

Dürer.

Caro Carracci, Ma perchè? la mostra al chiostro del Bramante ha una didascalia da viaggio d'istruzione delle medie. Le tele sono accostate un pò per periodo e un pò per tema. Carracci. Ma chi era? La mostra confonde le acque e confonde il fruitore. Carracci umanista, poi barocco, poi nuovo Raffaello, poi oppositore di Caravaggio con i paesaggi, Caravaggesco nei ritratti, poi dipintore di Santi, e che altro ancora? attento al realismo eppure deformante come un primo Van Gogh. Spinto nell'europa dai mecenati e dagli stili sembra uscirne piuttosto confuso. Ma che dire. Io non lo conosco, e nemeno ho il piacere. Si gira per le sale chiedendo Pietà. Finalmente la pietà arriva. E' l'ultima tela e forse la più forte. Tutti gli sguardi si incrociano, gli occhi sono stroppicciati dal pianto e i gesti naturali. Il premio per la tela più divertente va alla Venere, con la schiena di Venere gentilmente interpretata dalla schiena del Ludovico Carracci. Venere appare come una casta preda, e intorno al lei si agita un fauno ammiccante e un puttino leccapatonze. La cupidigia del fauno viene invece temperata da un puttino reggicorna. Dürer è trascinante. La mostra è un pò strana. Dovrebbe essere basata fra il cofronto fra autori, ma davvero non si comprende su che cosa si basi questo confronto. Sembra una cosa un tantino arrangiata. Roma Firenze una linea rossa. Che cosa avete nei vostri sgabuzzini? Boh, qui avremmo un bacchino malato e due monete di bronzo romane. Bahf. Però Dürer. Tutti gli artisti Italiani sembrano affannarsi a copiazzare le sue stampe, ma nessuno ha quel tratto veloce e disinvolto. Questi personaggi da fumetto, quelle ambientazioni nordiche. I suoi alberi si contorcono con una certa naturalezza, gli animali saltano. Niente in lui ha un'aria composta o sospesa, e guardarlo è una gioia. vabò. ciao

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