giovedì 6 dicembre 2007

La veramente vera verità su Adolph Hitler

Di questo film hanno detto che pecca di incertezza. Che cosa vuol essere? Vuole essere moralista? vuole essere divertente?
Secondo me vuole raccontare una storia, e lo fa attraverso un certo umorismo yiddish.
Il tema è pesante, ma il suo svolgimento ha una certa leggerezza, e i personaggi emergono subito, con spontaneità. Ha inquadrature molto belle, con una scelta dei tagli ricercata e fotografica. Molta cura per i particolari nella ricostruzione degli interni, e una divertente messa in scena dei background evidentemente finti. Adorabili desaturazioni e dominanti cromatiche, geniali sfocatura in camera ad alternare i soggetti dei dialoghi. Tutto esposto. Bello bello.
Lascia una certa malinconia, e un un incerto messaggio sulla comprensione tra esseri umani.
Bohf.
Sti critici, ma che cazzo vanno cercando.
Ho visto invece factory girl e non ho capito se mi sia piaciuto o no..ero troppo presa da una sete di informazioni che mi ha impedita in altre forme di comprensione. Troppo coinvolta. E poi chi era il cantante motociclista?

mercoledì 5 dicembre 2007

prenda e oro

Non potho reposare amore e coro pensende a tie soe donzi momentu. No istes in tristura prenda e oro né in dispiacere o pessamentu. T'assicuro ch'a tie solu bramo, ca t'amo forte t'amo, t'amo, t'amo. Amore meu prenda de istimare s'affettu meu a tie solu est dau; s'are iuttu sas alas a bolare, milli bortas a s'ora ippo bolau; pro benner nessi pro ti saludare, s'attera cosa non a t'abbissare. Si m'esseret possibile d'anghelu d'ispiritu invisibile piccabosas formas; che furabo dae chelu su sole e sos isteddos e formabo unu mundu bellissimu pro tene, pro poder dispensare cada bene.

mercoledì 28 novembre 2007

Bahamut e Antonio sso cuggini!

Antonio Rezza a teatro, ieri sera.
Riflettevo che se ormai non vado alla prima e non entro gratis non sono contenta.
Mi si sta viziando signori, non c'è dubbio.
Ma grazie a dio questa stagione di vippismo volge al termine, dato che i pezzenti con le frequentazioni più high class che io conosca sembrerebbero, non che io abbia ricevuto chiarimenti in merito, non volermi più nel loro gruppo di lavoro. Evviva. Sono grande. Ho tagliato la testa al padre, direbbe Pasolini.
Ma si parlava di Bahamut.
Sempre più non-sense e sempre meno narrazione. Il pubblico si sganascia. Dialoga col palco.
In mezzo al pubblico attori, registi, e Ghezzi. Sicuramente l'uomo più sexy in sala.
Ho trovato questo spettacolo meno irridente, meno politico, meno nudo, e meno forte.
Rispetto a fotofinish, che però ho visto almeno tre volte e credo sia davvero un capolavoro assoluto.
Probabilmente il 6 Dicembre, dopo lo spettacolo, ci sarà la partecipazione di Antonio Rezza al reading del Simposio, a san Lorenzo, perchè è uscito il suo nuovo libro, per la bompiani.
Il libro è stato lanciato tra il pubblico.
Che cazzo, mai una volta che io mi trovi tra le prime file! mannaggia mannaggia.

martedì 27 novembre 2007

a me mi piace

Guglielmo ha un reggipetto che se lo mette spesso nel cuore della notte come se fosse adesso.Adesso che Gesù ha un clan di menestrelli che parte dai blue jeans e arriva a Zeffirelli e tu mi vieni a dire che adesso vuoi morire per amore.Ho un nano nel cervello, un ictus cerebrale, bagni di candeggina, voglio sentirmi uguale uguale a un gatto rosa per essere sporcato e raccontare a tutti che sono immacolato e tu mi vieni a dire che adesso vuoi morire per amore.A me mi piace vivere alla grande già girare tra le favole in mutande ma il principe dormiva, la strega si è arrabbiata e nei tuoi occhi verdi quella lacrima è spuntata. A me mi piace vivere alla grande già girare tra le favole in mutande ma il principe dormiva, la strega si è arrabbiata e nei tuoi occhi verdi quella lacrima è spuntata. E il padre di mia moglie mi aveva sempre detto portala dove vuoi ma non portarla a letto, a letto dove dormo, dove se posso sogno, dove non so capire se ho voglia o se ho bisogno e tu mi vieni a dire che adesso vuoi morire per amore ! A me mi piace vivere alla grande giàgirare tra le favole in mutande ma il principe dormiva, la strega si è arrabbiata e nei tuoi occhi verdi quella lacrima è spuntata. A me mi piace vivere alla grande già girare tra le favole in mutande ma il principe dormiva, la strega si è arrabbiata e nei tuoi occhi verdi quella lacrima è spuntata.

venerdì 23 novembre 2007

Tideland

Così hanno detto su linus che Terry Gilliam ci ha fatto aspettare due anni per montare sto film e che a finale era una cacata. La solita pacchianata di storia fanta-horror favolesca.
Ma a me è piaciuto. Riconosco che forse il doppiaggio ricade nella categoria fanta-horror, ma per il resto il film melo sono goduto.
E soprattutto, qualcuno mi spiegasse perchè questi cazzo di critici a cui non piace il genere si vanno a vedere film che già sanno li schiferanno.
Forse perchè come dice Anton Egò (ratatouille) è molto più facile e divertente scrivere critiche negative. Uno ci fa sempre una figura di lui si che a capito e gli altri, poveri stronzi. O stolti.
E vabè.
Io come al solito vado al cinema senza essere preparata. A volte scelgo per il titolo. A volte, più spesso scelgono per me. Fattostà che nessuna reale informazione cinematografica entra a casa mia, senza invito. Di solito vado a frugare Trovacinema, che è molto aggiornato.
Tideland è vietato ai minori di 14 anni. Forse non piace troppo ai censori l'associazione bambine siringhe. Eppure io meditavo di farmi le pere già da quando avevo nove anni. Mi mettevo anche un pò di ombretto verde sulle guance, per sapere come fossi diventata quando a 14 avessi iniziato. Poi non ho iniziato. Perciò chi avesse figlie e figli temerosi e con la testolina sveglia celi potrebbe anche portare, a mio parere.
Oh.. Il film è divertente e disimpegnato.
Volendo potrei incazzarmi perchè è disimpegnato.
Eppure, le immagini sono talmente belle. Hanno il sapore di una certa fotografia antiquata, con inquadrature strette e x-process che davvero affascina.
L'unico motivo di rosicamento è non arrivare mai a vedere la terra dei vichinghi...
Vorrei poi dire un'ultima cosa
che non c'entra nulla
ma non mi va di dedicarle un post
Diliberto, Giordano
mi fate cacare.
possibile possibile che nella vostra finanziaria
la vostra sinistra radicale
abbia votato in massa
per il riarmo per i prossimi 5 anni (un sacco di soldi!) e il rifinanziamento dei cpt?
Vietati ai minori di 14 anni.

mercoledì 21 novembre 2007

Ian Curtis su pellicola

Ieri, stavo al concerto dei Klaxons, e la mia amica mi fa " In italia hanno deciso di non comprare il film sui Joy division"...
Ma perchè dico io..
Chi c'è più bello, anzi, bello di fama e di sventura più di lui?
Il film è stato poi recensito ultrapositivamente, in questo modo ad esempio:
"Applausi al Festival di Cannes per la prima mondiale di Control, il film di debutto del fotografo Anton Corbijn dedicato ai Joy Divisione a Ian Curtis, il loro cantante morto suicida nel 1980. La pellicola del fotografo olandese, autore di alcuni degli scatti più significativi di tutta la storia rock (come la copertina di The Joshua Treedegli U2), è stata presentata all’interno della sezione Quinzaine des Realisateurs e ha buone possibilità di aggiudicarsi la Camera d’Or, il premio riservato alla miglior opera prima. "
Sarà vero? Sarà notizia falsa e tendenziosa funzionale a creare aspettative nelle giovini donzelle nate a cavallo degli ottanta come me?
Inserisco una foto tendenziosa come le notizie, al solo scopo di mostrare che occhi aveva il mio eroe in bianco e nero, ancorchè pixelati nell'immagine da me scelta!

giovedì 15 novembre 2007

mh...che ho da dire in merito.
smettete di mangiare il manzo e preservate le foreste del brasile e dell'uruguay!
baci grandi

Something about men

Mi pare normale che le donne considerino gli uomini una razza distinta a metà tra i cani da compagnia e gli esseri umani.
Esistono uomini creativi. Esistono uomini divertenti. Esistono uomini generosi. Esistono uomini indipendenti. Esistono uomini sinceri.
Mai è stato possibile però rinvenire traccia di due di questi aggettivi in un solo essere umano di sesso maschile. Di solito si verifica invece l'opposto, ovvero che alla presenza di una di queste qualità ci siano dei baratri di meno meno agli altri posti.
Sono alla ricerca di un uomo olistico.
Ad esempio uno che sappia insieme parlare e chiedere scusa.
Buonanotte dolci donne olistiche della mia vita.
Solo a voi. Vi siete ricordate di dargli da mangiare e portarlo a pisciare?
Allora dormite serene.

lunedì 12 novembre 2007

Caffè e mirtilli blu

mi dice "sai che c'è? io ho sempre fatto casino col cibo"... è un bel modo per dirlo, penso. Per quel che mi riguarda ho sempre fatto molto molto casino col cibo. Perchè il cibo è una specie di equazione il cui risultato fa a volte parte del reale a volte dell'irreale, ma è sempre amore. Amore. Così io la guardo. I suoi occhi grandi somigliano a due uova in padella, e sulla sua pelle qualunque cibo potrebbe trovare il giusto punto di cottura in meno di 40 secondi. I suoi occhi sono uova cotte al sole del deserto. Quando ci cacciano dal bar alle due di notte, e lei è andata via dicendo ci sentiamo presto, ti faccio uno squillo quando torno a casa, io mi ritrovo solo. Ho come l'impressione di una rivelazione. Ho come l'impressione che nel suo casino e nel suo cibo ci sia la chiave. Voglio stare lì fra il suo cibo e il suo casino, tra il sale sparso e il basilico sul davanzale. Voglio stare lì, nel suo cuore, accanto al barattolo di Yogurt scaduto da 5 giorni e il cespo d'insalata. Aveva detto anche "io non vorrei finire così". Quella mattina una vecchia del suo palazzo era stata portata via dagli infermieri. La croce verde che le recapitava le medicine a casa il giovedì, aveva avuto un singolare incidente con la signora in questione. "Si, insomma quelli sono saliti, e pare che insieme al caffè che gli offriva sempre abbia propinato agli infermieri anche dei biscotti fatti da lei. Il problema è che nei biscotti la vecchia ci ha messo..bè ci ha messo palline di coniglio.." "come palline di coniglio? che vuol dire?" "si..insomma cacca di coniglio..la signora ha un coniglio nero da compagnia e invece di gocce di cioccolato ci ha messo cacca di coniglio!...o insomma...questo è quello che ha detto la portinaia..." Con le dita rincorreva un pistacchio sul tavolo, e guardava in basso. Presi la sua manina e mela portai alla bocca. Un piccolo bacio sulla punta delle dita salate. Un piccolo bacio per scacciare la paura della solitudine e della follia. Mancavano pochi giorni al suo compleanno. Avrei preparato per lei un dolce, del tutto speciale. Così quella notte non mi addormentai subito, ma ad un certo punto mi dovetti alzare a scrivere un piano di battaglia: Domenica: porta portese, mixer elettrico Lunedì: mercato, mirtilli blu, marmellata di more, caffè solubile, mandorle poi burro latte farina uova e zucchero. è tutto? no. Chiamare mamma. Mi addormentai sognando me stesso nudo con un cappello da cuoco in testa invece che in mutande alla scrivania. Il pomeriggio di lunedì tutto era pronto. iniziai col preparare la pasta della crostata. Che poi si fa così: Si mescolano tutti gli ingredienti insieme col mixer elettrico, iniziando dallo zucchero con il burro un pò ammorbidito, io il mio lo misi un pò sul davanzale sotto il sole, poi l'uovo e la scorza grattugiata di un limone. Cazzo, e io il limone non l'avevo comprato. Mi misi a frugare dentro il frigo, dentro la dispensa, alla ricerca di un limone anche mezzo ammuffito, anche mezzo limone. No. Non l'ombra. Citofonare ai vicini? non sene parla. Ogni volta, in queste situazioni, associo la mia timidezza alla pubblicità di axe, quand'ero bambino c'era l'uomo che non deve chiedere mai. Rassicurante. In quell'istante, bloccato come un coglione davanti al frigo, con la grattugia in mano presi a grattarmi lievemente le unghie sulla superficie in cerca di una soluzione. E lì fu facile..mi guardai le mani e decisi che nella torta avrei grattugiato le mie unghie al posto del limone. Ma dovevo polverizzarle. Il mixer era occupato, presi il minipimer. mi tagliai le unghie una ad una e le polverizzai frullando al massimo della velocità. Una polvere bianca e sottile, ma poca. Non bastava ancora. Chiuso nel cesso, mi frugavo la testa, alla ricerca di una ciocca abbastanza liscia, abbastanza bionda. Calvizie incipiente. Nuca troppo scura. Ma sulle tempie, che lei una volta sola aveva accarezzato con le sue mani di farina, un ricciolo chiaro e perfetto. Con due dita, e con molta cura lo poggiai sul fondo del recipiente e lo frullai in mezzo alla polvere di unghie. Ora quello che avevo somigliava molto alla fecola di patate. Buttai tutto nel mixer. La bella palla di pasta ottenuta la avvolsi nella pellicola, le trovai un posto in frigo, ma questo non è difficile nel mio frigo, e me ne andai a fumare una sigaretta in balcone. Mentre la pasta riposava mi occupai con risolutezza del ripieno. Sciogliere il caffè solubile nel latte bollente. Sciogliere nel caffè solubile e nel latte cinque delle mie lacrime. Sputarci dentro non mi sembrava nè opportuno nè romantico. Quindi mi concentrai. Una sola volta avevo pianto per lei. E non erano lacrime tristi. Era una specie di commozione dovuta ad una insopportabile felicità. Non era successo niente fra me e lei. Nulla che lei avrebbe registrato nel suo diario o raccontato alle amiche, insomma. Ma si era lasciata andare, per circa due minuti aveva abbassato la guardia, e infilato le dita e il naso fra i miei capelli, senza dire nulla nè volere nulla. Tornando a casa non riuscivo a frenarmi e mi colava anche il naso. Nè riuscivo a rintracciare le ragioni delle sue carezze. Ma andava bene così. Lei mi piaceva, lei non mi dava speranze ma mi aveva in qualche modo regalato qualcosa. Le lacrime non si sciolsero subito, ma rimasero sospese sulla superficie unta del caffelatte. Poi si confusero. Misi nel mixer il burro con lo zucchero a sbattere fra loro, spaccai le uova sul bordo e le versai dentro. Nel minipimer misi le mandorle con un pò di farina e dopo averle tritate le unii all'impasto che ancora girava. Aggiunsi le lacrime sciolte nel caffè sciolte nel latte. Il composto era spumoso e fine. Accesi il forno. Adesso c'era solo da mettere la pasta dentro una teglia, e preparare la base che accogliesse il ripieno. Schiacciai la palla di pasta dal centro verso i bordi, cercando di renderla uniforme, e non lasciare bolle d'aria sotto la superficie. Volevo che avesse un bell'aspetto, ma soprattutto che sembrasse insospettabile. I mirtilli andavano lavati, e li lasciai sotto l'acqua corrente mentre versavo il ripieno dentro la teglia. Poi uno ad uno li feci affondare nel composto, calcandoli con le dita fino a poterne vedere solo una piccola parte rotonda, calcolando meticolosamente la proporzione fra le distanze. Infornai. Dopo 20 minuti la crostata andava tirata fuori, controllata, e rimessa in forno con della carta argentata sopra. Un segreto di mia madre per non far crepare la crosta. A quel punto mancava solo l'ultimo tocco, una spennellata di marmellata di more. Una spennellata del mio sangue in amore. Chiuso nel cesso, con le stesse forbici di prima e un bicchiere da rosolio mi praticai un foro sull'inguine. Cazzo faceva male. Faceva male come quando lei frenava la mia disinvoltura, o come quando mi salutava ripartendo sul suo motorino. O forse un pò di più. Comunque sia il sangue sprizzava, e non fu difficile riempire il fondo del bicchiere. Con le mutande macchiate e incerottato alla meglio tornai in cucina. A parte il fatto che non mi ero procurato nessun tipo di pennello per spennellare alcunché, il mio gioco era quasi finito. Con due dita e con il sangue scrissi il suo nome in una direzione. Tre lettere. Eva. Nella direzione opposta scrissi il mio, che non ci entrava tutto. Andai a capo. "Che cacata", mi venne da pensare. "Mi rovina tutto il simbolismo". Poi con il dorso di un cucchiaio spalmai sopra anche un pò di marmellata di more, come zuccherosa copertura alla mia colpevolezza. Abbandonai la mia creatura sotto il cestino del pane rovesciato e mene andai a dormire. Dormii per 14 ore, senza interruzione. Sognai di nuovo me stesso col cappello da cuoco, ma immerso in una distesa di marmellata di more, che si faceva fatica a restare a galla. L'unico altro essere oltre a me, una lontra disinvolta che se ne stava comodamente sul dorso e mi guardava, incrociando le zampe sulla pancia. Mi svegliai prima che mi rivolgesse parola. Martedì mattina salii le scale del suo palazzo, ripensando alla figura da minchione che avevo fatto la prima volta che mi portò a casa sua. "ma che bel vano scale" dissi. "Ma che bel vano scale". Si girò a guardarmi con un misto di sorpresa e di pietà sulla faccia e poi prese a salire senza commentare. Qualche ora dopo mi resi conto di quanto quello fosse stato un momento decisivo. Sul bel vano scale mi ero suicidato. A saperlo prima avrei detto "ma che bello il tuo culo quando sali le scale". O forse non avrei detto nulla. Comunque nulla sul vano scale. Mi accolse calorosa, e ancora in pigiama. Mi portò in cucina. Non aveva fatto colazione e mise su un caffè. Sembrava felice nella mattina del suo 25esimo compleanno. Io aspettavo solo che aprisse la torta. Aspettavo nella sua sorpresa e nella sua gratitudine una ricompensa per la mia maestria e un appagamento alla mia sofferenza inguinale. Faticavo a restare seduto. Scartocciò la crostata e spalancò gli occhi. Poi si strinse nelle spalle e mi guardò un pò più sorridente. Tolse il caffè dal fuoco e prese un coltello e due tazzine dallo scolapiatti. Tagliò due fette. Io ingoiavo la mia saliva sperando d'essere silenzioso. Primo morso. Sollevò i suoi grandi occhi e meli posò addosso. E disse solo "Non pensavo che tu fossi così".

giovedì 27 settembre 2007

NOT ALLOWED

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PERCIò CESSA.