venerdì 4 maggio 2007

HO LA FEBBRE!

Ho preso una brillante influenza intestinale!!! mi sto annoiando, venite a trovarmi. Tanto male, Tanti baci D.

martedì 1 maggio 2007

Miei Cari

Avete sentito la mia mancanza?
Questi giorni di festa sono stata impegnata a scrivere un fantastico libello che serva da guida a certi fabbriconi di vestiti tedeschi che verranno a fare le foto per la loro collezione fall-winter wui a Roma, perchè pare che il loro pubblico teutonico consideri i loro vestiti molto italian style...
giudicate voi:
e a fare foto notturne di location...
Sono tutti molto preoccupati che dietro la loro collezione fall-winter si possano riscontrare a Colosseo certi pachistani in maniche corte e pantaloncini che rovinerebbero tutto l'effetto fall-winter...
Così, due giovinotte, affatto esperte, sono uscite a documentare la situazione, deambulando su macchinetta verde non euro 4, ma neanche euro 0, per le vie del centro.
Questo si ripeterà stanotte per Trastevere...
Ho anche avuto il tempo di fre tate belle coccole al mio amore, di vedere con lui bel film molto melodrammatico di Truffaut, Le due inglesi e il continente, una sorta di jule e jim al femminile, e un film di cui non si sentiva niente la macanza:
The Good Shepherd, sulla nascita della Cia negli stati uniti d'ammeriga.
Il film non solo è lento e cincischioso, ma è anche assolutamente irrisoluto. Apre una serie di questioni che non vengono sviluppate e che rimangono sullo sfondo come punti interrogativi. Uno si chiede veramente "ma che ci faccio qui".
Sono capitata in uno di quei cinema così retrò che fa la pausa in mezzo per vendere i poppicorni. Di solito la prendo male, mi acciglio e guardo male la maschera, stavolta ho ringraziato.
Ma il film è insopportabile per tanti altri motivi.
Lo stile:
New York nel 1960 secondo De Niro è una città in cui tutti si servono dallo stesso sarto, e il sarto in questione ha scelto un unico colore per confezionare i propri vestiti: lo stesso identico punto di grigio dei mezzi pubblici, solo lievemente più carico del punto di grigio del cielo.
Non esiste gente comune, nè tantomeno povertà, ma solo collegiali o impiegati, e fondamentalmente colleggiali destinati a diventare impiegati.
C'è un pò di tutto nel film, da momenti rubacchiati alla setta dei poeti estinti, alla setta in mantello porpora alla wide eye shut. Il figlio del protagonista apre la porta di casa e si ritrova in congo, dove ovviamente lo aspetta già il padre.
C'è qualcosa di surreale e anche un pò grottesco nella levigatezza e nella fluidità del...bohf..del mondo rappresentato.
E non perdetevi la pioggia di cavallette e altre subdole cazzate.
I Personaggi:
De Niro ha scelto di fare il capoccia buono, quello che ci crede, di matrice cattolica (dichiarata), e con i piedi che marciscono col tempo narrativo.
A Matt Demon hanno dato il classico ruolo dello sfigato vincente, e non si riesce a capire per tutto il film perchè così tante donne selo vogliano portare a letto.
A.Jolie ha due fasi, entrambe sature di isterismo, la ninfomane post-adolescente e la moglie frustrata, tutte e due poco adatte ad un fisico che rimane pur sempre quello di lara croft. Sotto il vestito da sera pare di intravedere i calzoncini.
Il Figlio. Se ci avessero risparmiato almeno per una volta tutta la storia del figlio che vuole essere degno del padre, cosa che difficilmente smuove i cuori italiati, la nostra pena si sarebbe quantomeno dimezzata.
Turturro è meraviglioso come al solito, e anche un altro personaggio merita la palma della coerenza: Ulisse, la spia venuta dal freddo.
Oggi ho fatto un lungo giro per la città, da villa borghese a piramide. Ho dato uno sguardo alla Gnam, dove c'era la temporanea di Arturo Martini. è stato piacevole.
Buonanotte.