domenica 15 aprile 2007

Le vite degli altri

L'ispettore Derrik muore di invidia.
Il film è molto molto carino. Il mio è un cuore inaridito è ipercritico, eppure sono state tante le cose che mi hanno commossa durante la visione. Prima di tutto la fotografia. Una qualità dell'immagine che potrei dire nostalgica, e una sottoesposizione continua degli ambienti, dei visi, una sorta di viraggio dei colori, che fa tutto ocra e blu, una granetta talmente suadente..YUM!, che fa pensare appunto all'ispettore Derrik dall'altra parte del muro.
L'ambientazione è quasi borghese, siamo ai piani alti della DDR, tra i privilegiati, tra la gente di successo.
Il film riprende molte questioni, dalla posizione dell'artista sotto un governo mecenate e censore, alle questioni di politica e morale, e ne tratta rifrangendo i punti di vista possibili su ognuno dei personaggi. L'effetto di questa scelta è che ognuno di loro diventa protagonista, e allo stesso tempo l'assenza di uno solo di loro creerebbe una lacuna importante nella tessitura unitaria del discorso e della trama.
Ci sono poi momenti di tensione, momenti di speranza e di tenerezza.
E' uno di quei rari film che chiama alla partecipazione emotiva chi guarda, ma lo fa senza ammiccare, quasi per ovvia aderenza all'umano.
Racconto solo le impressioni, altro non voglio dire, per non sottrarre lo stesso piacere che io ho provato a chi andrà a vederlo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

lanetta di feltro, contrariamente alla mia etica e alla mia morale ho deciso di dare seguito una infame catena. Ho deciso di trascinarti come in questo inferno..